domenica 3 novembre 2013

Andiamo a Legoland!

Chi di noi non ha mai giocato con i Lego? 
Devo essere sincera io non ne avevo un numero spropositato, credo di aver posseduto solamente due piccole scatole dei mattoncini più famosi del mondo che, se assemblate, formavano due casette con i rispettivi proprietari, un bambino ed una bambina (il fatto che il primo fosse un maschio e la seconda una femmina era intuibile solamente dal fiore nei capelli di quest'ultima) da assemblare anche loro, dalla "carnagione" del tipico giallo Lego. Io e mia sorella ci abbiamo giocato fino alla nausea. Se ricordo bene i mattoncini erano rossi, gialli, bianchi, verdi e blu, forse c'era pure un po' di nero. Niente astronavi, né castelli medioevali o navi pirati da duemila pezzi, un'ambientazione molto più tranquilla. Tempo fa, ho sentito di alcuni donne che raccontavano di essere state prese in giro da bambine perché giocavano con i Lego, considerati giochi esclusivamente da maschi. Fortunatamente non ricordo di avere mai subito prese in giro di questo tipo, come ho già detto sia io che mia sorella abbiamo sempre giocato con i Lego e nessuno ci ha mai trovato nulla da ridire. Forse sono stata fortunata, forse conta anche il fatto che le donne in questione sono più grande di me ed io sono abbastanza convinta che oggi una bambina che gioca con giocattoli da maschio sia generalmente più accettata di quanto potesse esserlo trenta anni fa. Comunque, continuiamo a parlare di Lego.
I mattoncini si sono decisamente evoluti rispetto a 10/15 anni fa, tra i personaggi, oltre ai sempiterni omini gialli che conosciamo tutti, si sono aggiunti i supereroi più famosi della Marvel e della DComics, quelli di guerre stellari e addirittura alcuni personaggi biblici. Tra tutte queste novità ha fatto molto parlare una linea pensata prevalentemente per le bambine che si chiama LegoFriends.
Io avevo letto due articoli su questa linea, uno di un altro genere di comunicazione e un altro di una nota scrittrice cattolica che suggerisce alle donne di tornare sottomesse e che alle critiche mosse dalle femministe ai famosi mattoncini rispondeva così "evidentemente alle femmine piaccioni i giochi da femmine ed ai maschi piacciono i giochi da maschi". Mi piacerebbe commentare il suo articolo e non escludo che un giorno lo farò, ma adesso mi preme parlare di queste famigerate LegoFriends. Cosa sono mai?
Le LegoFriennds sono una linea dei famosi mattoncini pensati appunto per le bambine. Protagoniste di questa linea sono cinque amichette di plastica: Olivia, Andrea, Stephanie, Mia ed Emma. Vengono vendute separatamente (eccezion fatta per le costruzioni più grandi dove si possono trovare a due a due o tutte insieme) assieme alle loro costruzioni. Tra queste ci sono: la scuola, la casa, il parco, il maneggio, la pasticceria, la clinica veterinaria, il salone di bellezza, il campo da calcio, la palestra di karate, la macchina, il jet, lo yacht, il boschetto ecc... Insomma le costruzioni ricalcano quelli che dovrebbero essere, nell'immaginario comune, i luoghi di interesse di giovanissime teenagers, la scuola, la casa, la spiaggia e i vari sport ed hobbies. Fin qui, sembra una linea assolutamente innocua ed anche divertente, che cosa dunque non ha convinto le blogger di UADG oltre a moltissime femministe, persino oltreoceano?
Innanzitutto il fatto che la Lego abbia dovuto creare una linea di prodotti esclusivamente per le femmine. Certo, non c'è scritto sulla scatola SOLORAGAZZE, ma dal momento che i personaggi usati sono soltanto femmine (ho guardato tutti i prodotti e non ho visto un uomo, che fosse uno neanche tra i personaggi di sfondo, insegnanti, veterinarie, cavallerizze, sono tutte donne, al massimo ci sono degli animali) e vista l'onnipresenza del rosa (sono davvero pochissimi le costruzioni della linea dove non è il colore predominante) si può ben intuire che il target non sia maschile. Insomma, giustamente ci si chiede perché le bambine non possano giocare con gli stessi mattoncini dei coetanei maschi. La nave pirata, l'astronave, la miniera abbandonata per loro non vanno bene? A che scopo sostituirli con altri pezzi più frivoli e casalinghi?
Tra le critiche ne spicca anche una da cui, personalmente, mi dissocio, ossia la presunta sessualizzazione delle cinque amiche di plastica. Chiariamoci, la sessualizzazione dei giocattoli esiste ed è sconcertante. Vi ricordate le Bratz? Che tra l'altro tradotto significa "ragazzacce" o "monelline". Non so se esistano ancora, ma io, che avevo pure quelle (una), tra i miei giocattoli, devo dire che adesso le trovo a dir poco impressionanti. Espressioni ammiccanti, labbrone siliconate, vita strettissima, vestitini sexy, gambe chilometriche e vogliamo parlare delle loro versioni gothic, le Monster High? Questi sono giocattoli sessualizzati, le legofriends no (per chi fosse curioso, eccole qui). Le loro versioni giocattolo poi, sono ancora più "innocue", un accenno di seno da undicenni, gonne fino al ginocchio e pantaloni fino alla caviglia, canottierine colorate e un simpatico sorrisetto a U, insomma, guardate di nuovo le Bratz e poi venitemi a parlare di sessualizzazione del giocattolo.
Quindi mi piacciono le Legofriends? In realtà non particolarmente, ma credo che il problema non sia loro, quanto piuttosto delle altre linee della Lego, ma ci arriviamo.
Altra critica rivolta alla nuova linea, che questa volta condivido pienamente: le sue costruzioni sono più facili, hanno meno pezzi e generalmente più grandi. Non c'è bisogno di commentare. Perchè una bambina di sei anni deve essere ritenuta più incapace a costruire di un bambino di sei anni e dunque essere facilitata? Se compro il Lego a mia figlia di sette anni evidentemente è perché le piace costruire, se la costruzione della sua scatola è allo stesso livello di quella del fratellino di cinque anni allora qualcosa non funziona. Su questo non ci piove.
Quindi, tirando le somme: le cinque amichette di plastica vengono accusate di essere sessualizzate, frivole e di avere costruzioni facilitate. Il che ha fatto loro guadagnare la nomination a giocattolo sessista dell'anno.
Ora, questo è quello che penso io. Io penso che la discriminazione non stia tanto nelle LegoFriends ma in tutte le altre linee della Lego. Le LegoFriends riproducono il microcosmo di un gruppo di ragazzine, come ho già detto. Le loro costruzioni rappresentano luoghi ed ambienti conosciuti da giovani liceali, la scuola, soprattutto, poi la camera da letto, gli sport, gli eventuali lavori che possono interessare delle giovani (e magari svolgere part-time), da pasticcera a veterinaria. E' ovvio che non ci sia la nave pirata o la piramide egizia, non c'entra con il contesto. Sarebbe come se un'associazione ambientalista si lamentasse con la Lego perché nella linea LegoCity non ci sono costruzioni di foreste. Cosa c'entrano cinque ragazzine occidentali, moderne con un vascello di pirati settecenteschi? Non voglio nemmeno questionare se sia più divertente giocare all'astronave aliena o al maneggio, non è questo il punto, non credo che ci sia un gioco migliore dell'altro. Siamo sempre lì, ognuno deve essere lasciato libero di scegliere la costruzione che preferisce. L'unica cosa che critico di questa linea, oltre alla facilità delle costruzioni e dell'onnipresenza del rosa (ci sono molti altri bei colori), è la scelta dell'età dei personaggi che sembrano essere giovani liceali. Ecco, non capisco perché mentre i bambini (maschi) giocano con personaggi adulti o più generalmente senza età, per le bambine vengono prodotti giocattoli che raffigurano quasi sempre ragazzine del liceo. Mi sembra un po' fuoriluogo che delle bambine si identifichino costantemente in ragazzine di quattordici anni, che logicamente fanno e pensano come quattordicenni e non come seienni e frequentano posti che una bambina delle elementari di solito non sa nemmeno dove stiano di casa (vedi il centro estetico). Come mai la LegoFriends non ha prodotto una linea di amiche di dieci anni? Con luoghi adatti alla loro età? Non voglio fare una nostalgica dei bei tempi andati, perché lo detesto, però ricordo che da piccola io avevo le Polly pocket, quattro minuscole amichette (erano grandi 4/5 cm) che avevano le sembianze di bimbe della mia età e frequentavano luoghi da bimbe, come il parco giochi, la gelateria, il luna park. Per il resto, io non vedo nelle LegoFriends una linea così frivola e pericolosa come è stata dipinta, anzi mi ha colpito positivamente il fatto che due delle cinque amichette pratichino rispettivamente il karate e il calcio, dal momento che specie quest'ultimo e considerato off-limits per le bambine.
Cosa è che mi dà fastidio allora? Come ho già detto, quello che mi infastidisce sono i prodotti delle altre linee, dove non ci sono personaggi femminili. Ho controllato e tranne che in pochissimi casi pirati, supereroi, astronauti e cavalieri sono solo maschi, non ci sono donne. Lo dico per l'ennesima volta, sono per la libera scelta, se una bambina se ne infischia del Lego della foresta amazzonica e vuole il Lego con la pasticceria non ci vedo nulla di terrificante, ma che sia davvero libera, questa scelta! Se vogliamo che una bambina possa veramente scegliere tra il centro estetico e la nave pirata dobbiamo darle la possibilità di farlo. Se su cinque personaggi che popolano la JollyRoger, tutti e cinque sono maschi, non è probabile che la bambina pensi che la costruzione è infirizzata ai maschi, soprattutto se vicina ce n'è una con cinque sorridenti ragazzine? Insomma, nella nave pirata Lego ce la volete mettere una piratessa? Nella linea Lego Castle, che riproduce le avventure dei cavalieri medievali, perché non c'è nemmeno una imperatrice o anche una principessa o una cavaliera o una potente maga? Vogliamo parlare dei protagonisti di Heroica, linea ambientata in un mondo fantasy alla tolkien? Tutti uomini Star Wars? Non brillerà certo per le figure femminili, ma mi aspettavo almeno un pupazzetto della principessa Leila. Parliamo poi della linea Legocity, che appunto, dovrebbe rappresentare una città, con tanto di porto, municipio, stazione della polizia, guardia costiera e vigili del fuoco. Vi sembra che io abbia trovato anche solo una poliziotta? Una vigilessa del fuoco? Una camionista? Una guidatrice di elicotteri? Una sindachessa? Nulla, tutti i personaggi erano rigorosamente maschi. Evidentemente nella città dei Lego le donne non ci sono o sono segregate in casa. Eccolo il problema, sta qui, non nelle LegoFriends. A me va bene che ci siano queste ragazzine con la scuola, la pasticceria, il parco e quant'altro, però mi fa arrabbiare che le bambine siano escluse da tutto il resto, da avventure meno casalinghe e più fantasiose, ambientate in terre lontane ed esotiche. Poi ovvio, non c'è nessuno che impedisce alle bambine di giocare con il cavaliere (maschio), ma la presenza di personaggi donne danno un chiaro messaggio, ossia che il giocattolo in questione è rivolto sia a bambini che bambine e che le donne possono benissimo essere cavalieri, pistolere, piratesse e co. non devono fingersi uomini per farlo, ma possono essere sé stesse. Leggendo la trama di Chima, saga epica ideata sempre dalla Lego, ambientata in un mondo di animali guerrieri antropomorfi, mi è quasi venuta voglia di comprare una scatola e di giocarci, io, una ragazza di diciannove anni! E' possibile che tra leoni con sciabole e coccodrilli con alabarde non ci sia neppure una leonessa? Nella serie LegoGalaxy, ambientata, come è intuibile, nello spazio ci sono in totale cinque personaggi e quattro robot, di questi solo uno è una donna. Visto che i componenti sono suddivisi in quattro team che cosa costa mettere un membro femminile per squadra? Nella linea Ninjago i guerrieri sono sette e di donne ce n'è una sola, una ninja forte, atletica ed abile, ma una. Parliamo poi di alcuni personaggi femminili in cui mi sono imbattuta: la nonna, la cameriera, la moglie del vampiro (ecco anche lì, perché troviamo sempre il vampiro e la moglie del vampiro e non il vampiro e la vampira o la vampira e il marito della vampira?), la sposa dello zombie, la signora robot "appassionata di feste, capace di ballare per 24ore filate". Insomma, pensate ancora che il problema siano le LegoFriends o forse ci vorrebbero più personaggi femminili nelle altre linee della Lego che esulino dai soliti canoni? Certo, ci sono delle eccezioni, come la cacciatrice di mostri con tanto di cicatrice provocata dall'artiglio di una strega, o la scienziata o l'antropologa stile Tomb Rider della linea Pharaon Quest, ma appunto, sono eccezioni.
Sarà il caso di istituire le quote rosa nei Lego?

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